Da Figline si prende la statale per Incisa.V e poi la strada a sinistra che porta in centro. Subito a sinistra e' il convento francescano dei Santi Cosma e Damiano.Sul luogo di un monastero dedicato alla Vergine attestato nel XIV secolo i Francescani Minori fondarono nel 1510 un ospizio, elevato a convento da papa Leone X nel 1516. La chiesa fu costruita fra il 1514 e il 1538, ma ampiamente rimaneggiata in epoca barocca (1700-1723). La precede un imponente porticato del 1592. Nell'interno varie tele seicentesche anonime di scuola fiorentina in cattivo stato di conservazione e monumenti funebri. Si noti, all'altare della cappella a sinistra dell'ingresso, Madonna col Bambino, bassorilievo in terracotta policroma quattrocentesco, forse di Lazzaro Cavalcanti detto il Buggiano, su disegno di Luca della Robbia Nella piazza principale e' la chiesa ottocentesca di Sant'Alessandro, in cui sono all'altare di destra tre scomparti di polittico di Andrea di Giusto, con al centro la Madonna col Bambino e ai lati Michele arcangelo e san Giovanni Evangelista (38), provenienti da San Michele a Morniano, una chiesa romanica dei dintorni. L'opera e' assegnata alla fase tarda del pittore, al tempo degli affreschi della cappella dell'Assunta nel Duomo di Prato del 1445, eseguiti in collaborazione con Paolo Uccello. Cio' giustifica, in parte, la diversita' dal trittico di Ripalta, assegnato allo stesso pittore, ma datato 1436, del tempo del polittico di Prato (1435) e dell'Assunta dell'Accademia di Firenze (1437). Nella chiesa sono varie vetrate neogotiche di R. Fanfani. Dalla via che prende il nome da Francesco Petrarca, il quale visse ad Incisa.V i suoi primi sette anni di vita, si sale per la via Castellana, lasciando sulla destra l'oratorio del Santissimo Crocifisso al Castello (contiene un crocifisso ligneo molto venerato e 13 quadri votivi di arte popolare) accanto al quale e' un'antica porta medievale alla quale si puo' salire anche per un ripido sentiero, che conserva l'antico selciato. Si prosegue fino alla localita' Castello, ove si trova la casa di modesto aspetto deve visse il Petrarca con la madre prima che la famiglia, esule da Firenze per motivi politici, si trasferisse ad Avignone. Il poeta e' nato pero' ad Arezzo. L'antica Ancisa si trovava qui, in posizione elevata, presso la prioria di San Biagio (dipendente fino al 1786 dalla pieve di San Vito), di cui rimane il pittoresco campaniletto a vela su un muraglione diruto del castello, inglobato in una casa privata. Nel 1223 i Fiorentini fortificarono il paese per farne un castello che controllasse la gola dell'Arno dagli attacchi dei feudatari ghibellini del Valdarno (Pazzi, Uberti, Ubertini...). Nel 1312 vi fu fermato l'esercito di Arrigo VII, ma l'imperatore aggiro' l'ostacolo raggiungendo Firenze per Poggio alla Croce.Proseguendo per la stessa strada si va a Loppiano, dove visse i suoi ultimi anni lo scrittore Giovanni Papini. La chiesa dei Santi Vito e Modesto, detta gia' "a Schergnano" (toponimo etrusco), poi "all'Ancisa" (il nome che rimase in auge fino al 1863), infine "a Loppiano", fu fino al 1786 la pieve di Incisa. E' preceduta da un portico seicentesco. L'interno e' pure stato rimaneggiato in eta' barocca. Un pilone della chiesa del secolo XI, in muratura disordinata con molta calce, e capitello scantonato, e' stato messo in luce dai restauri. La chiesa conserva una tavola con l'Assunta di Francesco d'Antonio (attualmente in restauro).
San Donato in Collina
Si scende all'Incisa e si prende la strada verso San Donato in Collina Firenze. Si passa accanto alla chiesa del Burchio (generalmente chiusa), sulla sinistra, opera dell'architetto Morozzi, dove e' una Madonna col Bambino e due santi, dipinto della fine del Quattrocento gia' assegnato alla scuola bolognese, proveniente dalla chiesa di San Quirico a Montelfi.
San Lorenzo a Cappiano
Dalla vicina Palazzolo, dove e' una chiesa neogotica, si puo' deviare a sinistra per San Lorenzo a Cappiano (aperta la domenica mattina per le messe), chiesa romanica poi rimaneggiata, preceduta da un portico. Nell'interno decorato nel Settecento: Madonna col Bambino, tavola trecentesca; Madonna col Bambino e santi, affresco di Bastiano Mainardi; Madonna col Bambino fra i santi Lucia, Giovanni Battista, Lorenzo e Domenico, dipinto di scuola fiorentina del secolo XVI; San Lorenzo, la Madonna e altri santi, forse di Matteo Bonechi (secolo XVIII); Crocifisso ligneo del secolo XV fiancheggiato da affreschi con San Pietro e San Paolo del XVI; Sant'Agata ed angeli, tela forse del Bonechi.
Troghi
Tornati sulla via per Firenze, si raggiunge la localita' Cellai, prima di Troghi: qui alla destra una strada in direzione di Rignano passa sotto la monumentale villa di Poggi Francoli, cui accede un viale di cipressi. La costruzione, di origine trecentesca, rimaneggiata successivamente, appare ripristinata nell'Ottocento. Prendendo invece la strada a sinistra (molto stretta), e passando sopra l'autostrada, si raggiunge, in posizione panoramica, la chiesa di Santa Lucia di Bisticci (proprieta' privata), nel cui interno e' un'acquasantiera romanica, ornata da girali e leoni, il cui stile non sembra toscano, ma piuttosto romano o meridionale: la provenienza del pezzo e' ignota.Salendo oltre Troghi, si vede sulla destra l'imponente villa Rinuccini di Torre a Cona, settecentesca, che ingloba una torre medievale. Davanti alla facciata e' un seguito scenografico di rampe. Al lato sinistro un viale di cipressi, al destro un giardino all'italiana. Tornando indietro si prende sulla sinistra la strada in direzione Rosano. Sulla sinistra due chiese parzialmente romaniche (non visitabili). In localita' Le Corti, sulla destra, strada per San Martino e San Cristoforo in Perticaia. La strada costeggia a destra il giardino della "Villa Antica", al termine del quale, fra alcune costruzioni rurali, e' un granaio ricavato da una chiesa romanica di cui si apprezza l'intatta muratura sui fianchi. Sulla sinistra il cimitero ottocentesco. Fra cipressi si raggiunge San Cristofano, chiesa di origine romanica, preceduta da portico settecentesco. Nell'interno (generalmente chiuso. Rivolgersi al parroco del Bombone) e' un trittico di Cenni di ser Cenni, datato 1370 (in restauro).
Volognano
Oltrepassato Bombone, si vede alla destra della strada la chiesetta romanica, restaurata, di San Piero alle Corti (rivolgersi al parroco del Bombone), e si raggiunge poi, dopo Torri, il paese di Volognano, il cui castello e' frutto di un ripristino ottocentesco. Vi abito' Alessandro D'Ancona, insigne dantista. Nella chiesa ottocentesca (1889) (aperta la domenica mattina. Altrimenti, come sopra), Madonna col Bambino, tavola di Lorenzo di Bicci, ammodernata verso il 1490; Madonna fra santi e Bambino (39), pala del 1515 di Mariotto Albertinelli; Madonna della cintola e santi (40), della bottega di Andrea del Sarto, variamente assegnata al Rosso Fiorentino o al Puligo.
Rosano
Si prosegue scendendo a Rosano, presso l'Arno, di fronte a Pontassieve. Sulla sinistra (di fronte a un tabernacolo con Madonna e Bambino, terracotta del Quattrocento) una via porta al monastero delle Benedettine, fondato nel 780, dall'XI secolo sotto il patronato dei conti Guidi, rimaneggiato nei secoli XVI e XVIII, quando la chiesa fu decorata da stucchi del Portogalli e del Ciceri (1707-1709), sotto la direzione di Antonio Ferri. Fu ripristinato radicalmente dall'architetto Morozzi nel 1966.Si entra in un cortile cinquecentesco (alla destra la porta d'accesso alla clausura, ove ci si rivolga per ottenere l'apertura della chiesa). Di fronte e' la facciata romanica della chiesa, con portale del 1523. A sinistra e' l'elegante campanile, confrontabile con quello della pieve di Ripoli, databile fra l'XI e il XII secolo, aperto da finestre che aumentano di numero progressivamente verso l'alto, al fine di alleggerirne la struttura, conferendo alla torre un aspetto arioso. Nell'interno, a tre navate su pilastri a sezione quadrangolare, a destra fonte battesimale ottagonale tardogotico; a sinistra dell'ingresso, entro il basamento del campanile, e' un'Annunciazione, tavola di Jacopo di Cione. La cripta, "a pontile", come quella di San Miniato a Firenze, su cui e' il presbiterio molto sopraelevato, ha colonne con interessanti capitelli romanici a foglie lisce, volte a crociera dal profilo incerto, tipiche dell'XI secolo, che inducono ad una datazione relativamente precoce (alcune purtroppo incementate). Nel pavimento e nell'altare sono intarsi di marmi bianchi e neri, con motivo decorativo a scacchiera, del tipo fiorentino del XII secolo. Nel presbiterio, a destra Sant'Apollonia, affresco staccato quattrocentesco nello stile di Andrea del Castagno. Nel coro, a destra, Annunciazione con i santi Lorenzo, Benedetto, Giovanni Battista, Niccolo', di Giovanni di Marco, detto "del Ponte" (42), datata 1434. Questo allievo di Lorenzo Monaco dipinse anche un'altra Annunciazione, assai simile a questa, per la badia di Poppiena presso Pratovecchio, che apparteneva alle stesse committenti Benedettine. Dietro l'altare maggiore, croce dipinta (in cattivo stato di conservazione), con ai lati le Storie della Passione e nei tabelloni i Dolenti, della fine del XII o del principio del XIII secolo, di un artista bizantineggiante di incerta provenienza. Confrontabili sono la croce datata 1138, ma ridipinta largamente, di maestro Guglielmo a Sarzana, la croce n. 15 del Museo Nazionale di Pisa e quella n. 432 degli Uffizi, ma piu' strettamente lo strato piu' antico nella croce di San Frediano a Pisa e una croce conservata a Castiglion Fiorentino. Queste croci dipinte sono importanti perche' documentano l'inizio della pittura su tavola in Italia, mostrando un influsso orientale che ebbe a Pisa il suo centro principale. Nel convento di clausura sono una Madonna col Bambino, tavola duecentesca del "Maestro di Vico l'Abate" e un'Annunciazione di Tommaso Redi. Da Rosano, tornando in direzione di Volognano e poi piegando subito a destra, per una strada stretta e panoramica, si puo' andare a Castiglionchio, dove una villa sorge sul posto di un castello medievale, che controllava una strada di origine romana. Resti medievali si notano nella muratura del fianco sinistro della cappella. Piu' in alto e' la pieve di San Lorenzo a Miransu' (vi risiede al n. 85 un diacono), menzionata da prima nel 1066, poi fra l'altro nel 1139, senza fondamento ritenuta di fondazione "matildica", risale nel suo aspetto attuale al XII secolo, ma fu ritoccata nel 1886 e poi ripristinata negli anni Sessanta (quando fu tra l'altro rifatto il coronamento a mensoline dell'abside). La facciata in filaretto di alberese reca lo stemma dei signori di Castiglionchio. Il campanile, inglobato nella chiesa e ornato all'interno da beccatelliun motivo di origine militare e' ritenuto avanzo, nella sua parte inferiore, di una delle torri difensive del castello dei vescovi di Fiesole (le altre torri sussistono, in stato rovinoso, a notevole distanza, testimoniando dell'estensione della costruzione, che fu distrutta dai Fiorentini una prima volta nel 1115, e che passo' definitivamente sotto la loro giurisdizione nel 1178). La parte inferiore della torre, per la forma dei beccatelli, difficilmente puo' pero' risalire a prima del 1115. La chiesa basilicale, monoabsidata, ha sostegni a sezione quadrangolare ed e' costruita interamente in piccoli blocchi di alberese e macigno, eccetto l'arco dell'abside, che e' in serpentino. Poco piu' in basso e' una cappella cimiteriale trecentesca, accanto alla quale scendeva la strada medievale. Da Miransu' proviene un trittico di Neri di Bicci.
Rignano sull'Arno
Si torna per la medesima strada al Bombone (oppure per la statale, passando per Pontassieve), e si raggiunge Rignano sull'Arno. Rignano, toponimo di origine romana, deve la sua fortuna a un ponte sull'Arno, ricostruito nel 1422 e poi piu' volte rifatto. Del castello, ricordato fino dal 1086, sussiste qualche avanzo in localita' Case di Rignano. La pieve di San Leolino (attualmente in restauro) sorge a nord del paese. Ricordata poco dopo la meta' dell'XI secolo, ma di origine piu' antica, presenta forme protoromaniche dell'XI secolo. A tre navate, sotto un unico tetto, con pilastri a sezione quadrangolare, fu poi rimaneggiata nei secoli successivi. La parte anteriore subi' un crollo, per cui la facciata e' stata ricostruita. All'interno affresco datato 1380, a finto trittico, con Incoronazione della Vergine e santi. Le altre opere della pieve sono attualmente custodite nella chiesa nuova. Questa sorge al centro del paese. Priva di interesse architettonico custodisce pero' opere interessanti. Nella navata destra Assunzione della Vergine, san Lorenzo e papa Sisto (il fondatore di Santa Maria Maggiore a Roma), tela di Matteo Confortini, del 1623, rara opera sicura di questo artista. In fondo alla navata sinistra, fonte battesimale esagonale, con episodi della vita di San Giovanni Battista, in terracotta invetriata, di Benedetto Buglioni, circa 1510-20 (da confrontare con quello di Radda in Chianti). In una cappella annessa alla navata sinistra e' un tabernacolo delI'Eucarestia datato 1637, un crocifisso ligneo cinquecentesco, e una notevole terracotta colorata (non robbiana), del Cinquecento, con la Nativita' della Vergine. In sacrestia e' un San Rocco, tela cinquecentesca, in cui si noti anche il paesaggio sullo sfondo, le cui caratteristiche alludono sia pur genericamente alla zona di Rignano: probabilmente l'opera fu eseguita in relazione a una pestilenza. Nella Canonica e' un Battesimo di Cristo, interessante tela seicentesca di scuola veneta, entro pregevole cornice.