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A Firenze saranno cinque gli ospedali approntati per affrontare l’emergenza: Careggi, Ponte a Niccheri, Torregalli, Santa Maria Nuova e Mugello (a Borgo San Lorenzo). E’ in atto una profonda riorganizzazione delle strutture sanitarie per consentire la realizzazione di due percorsi distinti: uno dedicato ai pazienti Covid19 e uno per tutti gli altri. Per scongiurare che il virus entri in reparti non protetti, tutti i pazienti al momento del ricovero saranno sottoposti a tampone.
Pur pensando al meglio, che il rigoroso piano di contenimento ulteriormente rinforzato dal governo ieri sera, freni la catena di contagio, la Toscana si prepara al peggio. E se è difficile fare statistiche con un’epidemia in corso rimangono validi due modelli: uno tarato sui numeri della Cina (che prevederebbe per la Toscana circa 7.500 contagi con il picco a metà aprile) e uno calibrato sulla Lombardia, con 20mila contagi, di cui circa 5mila nell’area metropolitana fiorentina. Si corre per essere pronti fra circa dieci giorni, il momento in cui si potrebbe verificare una prima criticità, per poi affrontare il picco atteso subito dopo Pasqua.
Contro il coronavirus saranno resi disponibili a Firenze nei cinque ospedali complessivamente circa 110 letti di terapia intensiva (di cui 50 a Careggi dedicati unicamente ai pazienti con coronavirus). Accanto alle terapie intensive, i cosiddetti reparti "bolla", isolati. A ogni posto in terapia intensiva ne dovranno corrispondere almeno 6-7 di media- alta intensità di cure (sino alla subintensiva), che siano fisicamente vicini, per evitare trasporti se le condizioni dei pazienti dovessero complicarsi e altrettanto rapidamente liberare letti intensivi se le condizioni migliorano.
«In ospedale arriva più o meno il 15% dei casi di malattia che hanno bisogno di un’assistenza intensiva piuttosto impegnativa – spiega il governatore toscano Enrico Rossi –. Prendendo a modello la Lombardia noi ragioniamo su un’organizzazione toscana complessiva da 2-3.000 ricoveri per pazienti affetti da Covid19. Ma siamo pronti anche per affrontare un’emergenza peggiore, nel caso si dovesse presentare. E con i nostri 12.500 posti letto, anche grazie all’apporto della sanità privata, possiamo farcela".
Per fronteggiare l’emergenza sarà rafforzato il personale sanitario, il governatore Enrico Rossi ha già preso l’impegno di assumere 1650 figure sanitarie fra infermieri e operatori sociosanitari e 400 medici, a partire dai precari e da quelli che offrivano prestazioni saltuarie. Per le figure maggiormente specializzate, ovvero anestesisti, internisti, infettivologi, pneumologi e radiologi, l’Asl ha già cominciato a richiamare i pensionati. Gli altri che non si troveranno con le graduatorie Estar saranno reclutati dalle sale operatorie e tra il personale dei reparti e degli ambulatori, visto che tutte le attività, anche chirurgiche, saranno limitate alle prestazioni con carattere di emergenza e urgenza.
Il piano resta calibrato su tre livelli: terapia intensiva, reparti "bolla" e, per le persone che non hanno bisogno di ricovero ma che per qualsiasi ragione non possono restare in casa propria, ci saranno gli "alberghi sanitari", stanze d’albergo con personale medico e infermieristico dedicato. A Firenze si stanno cercando 4-500 camere.
L’ospedalità privata sarà un perno dell’organizzazione che la Regione sta mettendo in piedi: le cliniche hanno già dato disponibilità al servizio sanitario pubblico, nella zona di Firenze e della sua provincia, per 20 letti (con varia intensità di cura) a Villa Ulivella, 10 al Frate Sole di Figline-Incisa, 18 al Maria Beatrice Hospital e 20 a Villa Cherubini.
LaNazione.it
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