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Un confronto con l’assessore alla Sanità sul futuro dell’ospedale Serristori di Figline Valdarno (Fi) per arrivare alla stipula di un patto territoriale, che qui, a differenza di quanto successo altrove, non è mai stato firmato. E’ questa la proposta avanzata in commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd), al termine di un’audizione durante la quale sono stati ascoltati il sindaco di Figline Valdarno Riccardo Nocentini, il sindaco di Incisa Valdarno Fabrizio Giovannoni (ormai è stata sancita la fusione dei due Comuni) e i consiglieri comunali di Figline. Come hanno spiegato Pieraldo Ciucchi (Gruppo Misto) che ha avanzato la proposta e Stefano Mugnai (Pdl), anche nella nuova bozza del piano socio-sanitario è previsto che il destino degli ospedali di prossimità sia contrattato attraverso la firma di un patto territoriale con i sindaci interessati. Nel caso di Figline questo non è avvenuto. Per questo la Commissione chiederà un confronto, già delle prossime settimane, con l’assessore. A Figline e nei comuni limitrofi nel frattempo cresce la preoccupazione sul futuro dell’ospedale e di conseguenza la mobilitazione dei cittadini. Lunedì scorso 7 ottobre si è svolta una manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 1.500 persone. I sindaci e i consiglieri hanno riportato in Commissione la rabbia di un territorio che non sa che fine farà un ospedale che da sempre è un punto di riferimento per la comunità, che colleziona ottime performance e su cui sono stati recentemente investiti 7 milioni di euro per rinnovare le sale operatorie e la radiologia. “La nostra non è una battaglia contro la Asl – ha spiegato Nocentini – ma in difesa di una struttura che fa parte della comunità e che è in simbiosi con il nostro territorio. Un appello in questo senso ha raccolto in poco tempo 10 mila firme. IlSerristori deve rimanere un ospedale con un pronto soccorso aperto 24 ore su 24 e con una sub-intensiva. Questa è la nostra linea del Piave e da qui non arretreremo”. Dalle notizie giunte a Figline, visto che atti ufficiali non ne sono mai stati forniti, risulta che l’Asl voglia chiudere in tempi brevi il pronto soccorso per trasferirlo all’Ospedale Santa Maria Annunziata, senza spiegare come agli abitanti del Valdarno possa essere garantita uguale qualità del servizio; al Serristori partirà una week-surgery, e ciò desta preoccupazioni sulla garanzia dei servizi il sabato e la domenica. Tutto questo mentre, ha sottolineato Fabrizio Giovannoni, “nessuno ha mai detto chiaramente quanto costi il Serristori, se costa più o meno di altri ospedali. Un anno fa è stata inaugurata una nuova chirurgia che deve essere fatta funzionare al meglio, altrimenti ci troveremmo davanti a un grande spreco e a un’operazione di cui non si capisce il significato”. I dati a disposizione, come hanno spiegato i primi cittadini e i consiglieri comunali, dimostrano che il Serristori funziona. E’ di pochi giorni fa la notizia che l’ospedale di Figline si è classificato il primo assoluto in Italia per la cura dell’ictus, con un tasso di mortalità dell’1% a 30 giorni dal ricovero, in un’indagine condotta dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari e regionali. Gli interventi chirurgici effettuati ammontano a circa 1000 l’anno, di cui il 10% in urgenza. Ma le sale operatorie, recentemente rinnovate, funzionano al 26% della loro capacità e la radiologia, che possiede le attrezzature più avanzate della provincia, non viene resa produttiva. Da qui l’appello alla commissione Sanità, affinché sia fatta finalmente chiarezza, dopo venti anni di incertezze, promesse e marce indietro, sul futuro dell’ospedale di Figline.
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