Ormai capita anche in un piccolo centro come Figline (e non solo nelle grandi metropoli europee) di incontrare una donna ricoperta integralmente da un velo nero che lascia a malapena intravedere gli occhi. Si tratta del "niqab", una forma leggermente diversa dal più famigerato "burqa", quello cioé che mette sugli occhi femminili una mascherina a forma di grata. Finora nessuno è mai intervenuto a proibire un comportamento che evidentemente è volto solo all' annullamento della personalità e dell' identità delle donne di religione mussulmana che ne sono oggetto. Che si tratti di una scelta motivata da convinzioni religiose o di una vera e propria forma coercitiva (come personalmente sono più propenso a credere) importa assai poco. Nessuno in un paese civile acconsentirebbe mai che per motivazioni religiose qualcuno possa essere sottoposto a trattamenti che limitano la sua libertà e la sua dignità di essere umano, anche laddove esista la volontà del singolo di accettare maltrattamenti psicologici o palesi violenze fisiche.
Questo lo sostiene da molti anni anche una coraggiosa e bella parlamentare del PdL, l' On. Souad Sbai, la quale ha presentato una proposta di legge finalmente arrivata in discussione alla Camera dei Deputati il cui titolo è: "Modifica all' articolo 5 della legge 22 maggio 1975 n. 152 concernente il divieto di indossare indumenti denominati burqa e niqab." L' On. Sbai, che è di origine marocchina, conosce assai bene la cultura dell' islamismo radicale da cui proviene il divieto per le donne di mostrarsi in pubblico, e soprattutto ha spiegato in diverse occasioni che molti studiosi e teologi islamici contestano la stessa idea che il Corano contenga un simile precetto. Ma purtroppo in Europa il multiculturalismo è sato accettato passivamente in primo luogo nei paesi come la Francia e l' Inghilterra in cui nei decenni passati hanno prevalso le ideologie del progressismo e del "buonismo", instaurando una vera e propria dittatura ideologica e culturale incapace di leggere l' oggettiva funzione repressiva e fascistoide nell' uso di tali indumenti, obbligatori ovviamente solo per le donne.
In nome della libertà religiosa, principio sacrosanto della società liberale, non si possono accettare forme di violenza nei confronti di nessuno, e l' imposizione del niqab o del burqa questo sono: violenza maschilista vera e propria perché violano il diritto fondamentale ed inalienabile che consiste nella libera espressione dell' identità personale.
Grazie, dunque, all' On. Sbai oggi una legge liberale e umana nei suoi contenuti è finalmente arrivata in Parlamento: il nostro augurio è che almeno i deputati della Sinistra più moderata si liberino dai soliti pregiudizi ideologici e sappiano valutare realisticamente la situazione. Naturalmente, una volta approvata la legge, bisognerà che le amministrazioni locali e le forze dell' ordine facciano la loro parte. Ma allora noi del PdL , che consideriamo la libertà il bene primario e irrinunciabile degli esseri umani, saremo presenti e faremo la nostra battaglia, ovunque, anche e soprattutto qui a Figline.
Roberto Riviello
responsabile per la cultura - PdL Figline
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04/11/2011 ore 14:59 Possibile che proprio non capite....quando e se passerà la legge per eliminare il Burqua la condizione delle donne musulmane non sarà migliorata per nulla anzi peggiorerà di molto. Le donne musulmane a quel punto saranno costrette a stare segregate in casa come recluse perché i loro mariti non le permetteranno più di uscire. La realtà bisogna conoscerla per bene non sulla carta, bisogna andarci nelle case di queste donne, conoscere le situazioni e quello che ci sta dietro. Bisogna che uno si affacci nelle vite di queste donne per capire come aiutarle, Lei Signor Riviello o Lei Signora Laura, lo avete mai chiesto a queste donne come aiutarle ? Le frequentate ? Conoscete per esperienza diretta come vivono e cosa pensano ? Molte di loro sono educate così e nemmeno se avessero la scelta di farlo se lo toglierebbero il Burqua, per loro rappresenta una forma di protezione dal mondo esterno. Per togliere il Burqua per prima cosa va tolto dalle loro teste dandogli gli strumenti per scegliere, dando formazione e alternative. Per far capire meglio vi racconto quello che è stato realizzato alla biblioteca dell'isolotto dove queste donne musulmane le hanno aiutate davvero, andando nelle case parlando con loro e convincendo i mariti a permettergli di frequentare dei corsi d'Italiano presso la biblioteca. In questi corsi esclusivamente per donne altrimenti i mariti non gli facevano frequentare il corso, le partecipanti di differenti nazionalità si sono conosciute, parlate, consigliate e adesso anche a fine corso molte di loro hanno continuato a frequentarsi e hanno cominciato ad aiutarsi. Altre si sono iscritte a nuovi corsi di approfondimento per migliorare il loro Italiano e con la scusa di fare il corso continuare a poter uscire per conoscere altre donne come loro che vivono situazioni difficili come loro. Andate a parlare con mia sorella Patrizia che ha organizzato questi corsi, andate a parlarci per farvi raccontare la situazione di queste donne ne, andate a parlare con Ilaria che ci parla tutti i giorni con queste donne per conoscere la loro condizione, chiedetegli se una legge come questa le potrebbe aiutare o se la loro vita peggiorerebbe di colpo non potendo più mettere il naso fuori della porta.
Poi cosa farete,una legge per costringerle ad uscire di casa con la forza ? ?
04/11/2011 ore 10:36 ma davvero si può pensare che per queste donne passare dall'essere costrette ad andare in giro con il burqa all' essere costrette a non portarlo sia libertà??? non è costringendole ad adeguarsi alla nostra cultura che le renderemo libere, ma assicurandoci che siano loro, autonomamente, a scegliere sia di non portare sia di portare il burqa!
02/11/2011 ore 23:42 Io da donna ho capito benissimo il punto di vista d'Ilaria, forse non lo ha capito lei che naturalmente ragiona da uomo. La questione non è fare una legge per imporre alle donne di non portare il Burqua o come cavolo si chiama, la questione è di lasciare a noi donne la libertà di poterci gestire il nostro corpo. E' sbagliato imporre il Burqua come fanno in quei paesi Arabi gestiti guarda un pò sempre da uomini,come è sbagliato imporre di non portarlo. La questione è aiutare noi donne tutte, sia straniere che Italiane a poter essere libere di poterci gestire come meglio crediamo. Allora perchè visto che è un'usanza religiosa non imporre anche la proibizione della circoncisione per gli ebrei maschi e ancora perchè non imporre con la forza altre usanze religiose cattoliche come l'autoflagellazione che viene ancora praticata in paesi del Sud Italia durante alcuni riti di celebrazione e ancora perchè non imporre anche a tutte le nostre anziane,specie quelle vedove di non mettersi il fazzoletto nero sul capo usanza ancora molto in voga al Sud. Si parte sempre dal punto di vista di voi uomini che dovete sempre decidere nei nostri confronti cosa è giusto e cosa non lo è. Dovete scegliere come ci dobbiamo vestire con la moda, come ci dobbiamo sentire con la pubblicità ecc. ma non fate mai nulla che sia un reale aiuto nei nostri confronti. Pensate semmai a fare una legge per scolarizzare tutte le donne straniere e non, al fine di dare a tutte le donne gli strumenti affinchè siano le donne stesse a capire e a scegliere di non indossare il Burqua perchè vivono in un paese dove i diritti delle persone e delle Donne sono rispettati e tutelati. Vedrà che dopo non ci sarà più bisogno di una legge per impedire il burqua. Per una volta voi maschietti fate uno sforzettino col vostro cervellino piccolo per uscire dalla vostra mentalità profondamente maschilista di un paese che fino a non molti anni fa proibiva l'aborto,il divorzio e non puniva i delitti passionali fatti dagli uomini ai danni di noi donne. Ma stiamo scherzando !! Letizia
03/11/2011 ore 17:35 Si..Letizia ha colto perfettamente il concetto di ciò che volevo esprimere, anzi ha volorizzato e dato una spinta maggiore alla situazione Donna nel nostro paese.
Qui non si tratta di fare la guerra agli uomini, ma più tosto a far capire che per molte donne la guerra con certi tipi di mentalità non è mai finita, e sarebbe anche l'ora che qualcosa cambiasse non solo a parole ma anche e soprattutto nella testa degli uomini.
ripeto, oggi la donna vive una libertà fasulla, e non solo, c'è una tentenza e questo non l'ho notato soltanto io siamo in molte ormai a farci caso, ad usare canali come la televisione e certi giornali che tendono a lanciare messaggi che invece di unire le donne, tendono a separarle e a metterle l'una contro l'altra...Roberto tu mi sai dire perchè? io ho una risposta ma me la tengo per me, almeno per adesso.
Grazie...
Ilaria
Appuntamento alla "Biblioteca Gilberto Rovai" per la quinta edizione per la rassegna nata per favorire e diffondere la lettura. Appuntamento per sabato 26 e domenica 27 ottobre