Smarrisce i soldi per pagare la rata dell’auto e finge una rapina per giustificarsi con la compagna, ma i carabinieri se ne accorgono e adesso dovrà risponderne al giudice, davanti al quale dovrà comparirà per simulazione di reato.
E’ accaduto sabato scorso a Figline, il protagonista è un operaio cinquantenne, originario della provincia di Salerno, che risiede a Reggello per motivi di lavoro. L’uomo verso le ore 18 di sabato si è presentato nella caserma di via Piave denunciando la rapina, e addirittura era riuscito anche a presentare una descrizione dettagliata di uno dei due “loschi figuri” che, armi alla mano, gli avevano intimato di consegnare il denaro che aveva in tasca, esattamente 560 euro, che avrebbero dovuto servire per pagare la rata di un prestito della macchina nuova.
I carabinieri del comando di Compagnia hanno anche il “foto-fit” di uno dei rapinatori, “del nord Europa armato di pistola”, al quale l’uomo avrebbe cosnegnato il portafoglio per evitare conseguenze peggiori.
Naturalmente il carabiniere che ha raccolto la denuncia ha segnato minuziosamente ogni dato, compresa l’ora della rapina che sarebbe avvenuto intorno a mezzogiorno in piazza Salvo d’Acquisto.
Ovvero sei ore prima della denuncia, e in una piazza che è fra l’altro piena di telecamere, visto che c’è anche l’ufficio postale. Qualcosa nel racconto però non quadrava e così i militari del capitano Mennella hanno cominciato a sospettare che la ricostruzione dei fatti potesse essere fantasiosa, hanno iniziato a indagare sulla vicenda e a pressare di domande e a lungo l’operaio. Il quale alla fine ha ceduto e confessato che non era vero niente, che non c’era stata alcuna rapina e che i soldi li aveva persi (non avrebbe però spiegato nè dove e né come). La simulazione doveva servire soltanto per motivare in famiglia il mancato pagamento della rata.
La bugia quindi ha avuto le gambe dannatamente corte, e oltre alle giustificazioni da presentare alla compagna l’uomo dovrà adesso trovarne anche di molto valide per il magistrato che lo dovrà ascoltare.
Fonte: La Nazione - P.Fabiani
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