Da una parte i Bandierai degli Uffizi. Dall’altra gli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini. Nel mezzo le bandiere di due colori diversi che si contendono il Giglio, l’inconfondibile stemma della città di Firenze.
Le vecchie ruggini sono tornate a galla inaspettatamente ieri mattina, mentre i Bandierai degli Uffizi presentavano a Palazzo Vecchio il Trofeo Marzocco, una gara fra sbandieratori che tradizionalmente viene combattuta poche settimane prima del Calcio Storico.
Il dardo è stato lanciato dal capitano Pierluigi Vitali.
“I bandierai degli Uffizi - ha detto - sono il gruppo storico della città di Firenze. Esistiamo dal 1973, ma ora esistono gli Sbandieratori città di Firenze e i Bandierai della Signoria, nati dalle nostre costole sui quali non intendo fare commenti. Però ci sono anche gli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini che portano il simbolo del Giglio ma sono di Figline Valdarno e non di Firenze. Non so che stemma abbia il paese di Figline, ma di sicuro non è il Giglio. Questo gruppo va in giro a dire che sono di Firenze, e io mi chiedo il perchè”.
Già. Perchè?
Ribatte a distanza Alessandro Mini, fondatore e direttore tecnico degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini. “Il nostro simbolo è il mezzo giglio e il leone rampante, che è lo stemma di Figline Valdarno. Non ci spacciamo mai per fiorentini ma anzi con vanto diciamo sempre di essere gli sbandieratori del Valdarno. Un vanto che è anche racchiuso nel nostro nome stesso. Siamo infatti gli sbandieratori dei Borghi, che sono appunto i paesi della Signoria, e per giunta abbiamo scritto che siamo anche dei Sestieri, perchè all’epoca in cui Firenze era divisa in sesti al Valdarno veniva sempre richiesto il pagamento della gabella”.
Ma nella guerra per il Giglio, Mini cala a sorpresa un asso. “Il nostro gruppo è nato nel 1964 e fino al 1973 abbiamo fatto parte del corteo del Calcio storico. Fino a quell’anno gli sbandieratori dei Borghi e Sestieri hanno sfilato in nome della città di Firenze, chiamandosi per 5 volte l’anno Bandierai (ovvero in occasione dei Diotti di Scarperia e Certaldo e delle partite del Calcio Storico). Siamo noi che nel 1973 siamo venuti via perchè volevamo la nostra indipendenza. E’ per questo che non diremmo mai di essere di Firenze. Il nostro è un gruppo storico, tutto il resto non ci interessa”.
Le bandiere continuano a sventolare, Firenze e la sua provincia ritrovano ancora oggi la loro antica rivalità. Che poi si sposta sui particolari. “Noi (Bandierai) abbiamo i migliori tamburi”. “Noi invece (gli Sbandieratori) usiamo bandiere di un chilo e 300, e non di 700 grammi”. La rivalità (forse) non si placherà mai. E se il presidente del Calcio Storico di Firenze, Michele Pierguidi, punta tutto sui Bandierai definendoli “la punta di diamante” e “l’eccellenza del calcio storico”, dai borghi e sestieri della città replicano mettendoci una pietra sopra: “Facciamo manifestazioni in tutto il mondo, a noi del calcio storico non ce ne frega niente”.
Fonte: Silvia Pasquini - Il NUovo Corriere di Firenze
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