Il Frecciarossa dopo tre giorni è già «fuori dal tunnel», quello che collega Firenze e Bologna in 37 minuti attraverso la pancia dell´Appennino e inaugurato solo il 13 dicembre. Ieri mattina per un problema infrastrutturale all´altezza della stazione di Castello, probabilmente un guasto all´impianto di segnalamento che determina le frenate, alcuni treni veloci da e per Bologna, fino alle 9.30 circa, non hanno potuto imboccare il nuovo tunnel e dunque hanno percorso la tratta Firenze-Bologna sulla vecchia linea (quella che attraversa Prato) accumulando notevoli ritardi rispetto alla nuova tabella di marcia. Ad esempio il Frecciarossa per Roma che sarebbe dovuto partire alle 8.10 è arrivato a Santa Maria Novella con un´ora e 10 di ritardo, alle 9.20, portando con sé il ritardo fino alla capitale. Altri pendolini per Bologna hanno accumulato ritardi fino a 30 minuti.
Una situazione caotica denunciata dal segretario regionale della Fit Cgil Andrea Gambacciani e confermata dalle Ferrovie dello Stato, che si è abbattuta a valanga soprattutto sui treni regionali utilizzati dai pendolari. Secondo Maurizio Da Re del comitato dei pendolari del Valdarno il binario 2 della stazione di Campo di Marte, solitamente utilizzato dai treni regionali, è stato attraversato ieri mattina dal Frecciargento proveniente da Brescia, provocando clamorosi ritardi a cascata, sia agli espressi che corrono sulla cosiddetta Direttissima per Roma sia a quelli che usano la Lenta per Figline, Montevarchi, Arezzo.
«I nostri timori di interferenze tra Frecciarossa e regionali erano fondati», osserva Da Re. «Nei primi giorni di utilizzo della nuova tratta è comprensibile qualche disagio ma il nuovo servizio è sicuro», la replica dell´ufficio stampa toscano di Ferrovie. Sta di fatto che nei primi giorni di utilizzo della nuova tratta Alta velocità i ritardi sui Frecciarossa non sono certo stati un´eccezione, a prescindere dal guasto di ieri. Martedì l´Eurostar per Bologna delle 15 è arrivato con 15 minuti di ritardo a Santa Maria Novella, prima del capoluogo emiliano ne ha accumulati altri 5 segnando 20 minuti indietro al traguardo. Ieri il Frecciarossa in arrivo da Venezia delle 17.30 portava 14 minuti di ritardo, 15 ne accusava il treno veloce in partenza per Salerno delle 17.10. Che succede? Per i sindacati il problema è infrastrutturale: non esistono le stazioni sotterranee, i 37 minuti sono messi a repentaglio dagli «imbuti» che i treni veloci sono costretti a percorrere in ingresso nelle due città visto che quando lasciano la tratta Av i pendolini devono «sgomitare» sulla linea classica insieme a regionali e intercity per sbarcare nelle stazioni. Per questo, è il timore degli addetti ai lavori, tra qualche tempo le Ferrovie saranno costrette ad allungare i tempi di percorrenza Fi-Bo previsti: non più 37 ma 40 o 42 minuti.
Fonte:La Repubblica
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