Una cena di condivisione con gli ospiti del Cas “Villa Viviana” di Poggio alla Croce. È l’iniziativa, in programma mercoledì 26 luglio a partire dalle 18.30 al centro sociale “Il Giardino” (giardini Dalla Chiesa in via Roma, a Figline), organizzata dal Comune in collaborazione con le associazioni aderenti a “Il Giardino”, con Auser Figline, con la sezione soci Unicoop Valdarno Fiorentino e con il Cas Villa Viviana.
“Si tratta di un modo – spiega l’assessore al Sociale, Giovanni Di Fede – per far conoscere gli ospiti del Cas alla comunità locale, metterli in relazione, creare rapporti umani e favorire le opportunità di scambio e condivisione. Durante la serata, infatti, oltre ad assaggiare piatti tipici della tradizione dei vari paesi di provenienza dei 43 ospiti del Cas, che sono Nigeria, Mali, Guinea, Camerun, Senegal, Costa d’Avorio, Pakistan, Bangladesh ed Egitto, ci sarà anche un omaggio musicale a tema.
L’iniziativa è frutto di un percorso, partito lo scorso aprile durante l’incontro a Palazzo Pretorio dal titolo ‘La comunità accogliente’, che punta all’integrazione dei migranti nel tessuto territoriale locale e durante il quale l’Amministrazione comunale ha lanciato un appello alle realtà locali proprio in tal senso. Oltre alla cena di mercoledì prossimo, che è organizzata dalle associazioni ‘Il Giardino’, Auser Figline e Soci UniCoop e che rappresenta un esempio di risposta positiva a quell’appello, colgo l’occasione per ringraziare anche il Figline Calcio e l’Auser, che tutte le settimane coinvolgono nelle loro attività di volontariato alcuni degli ospiti del Cas. Prosegue anche l’impegno comunale sul tema: a breve, infatti, rinnoveremo il ‘Progetto migranti’, che è datato 2015 e che coinvolge Il Giardino e l’attuale gestore del Cas, Villa Viviana. Grazie al rinnovo di un protocollo tra questi soggetti, i ragazzi del Cas supporteranno l’ufficio Ambiente nella realizzazione di piccole manutenzioni, con l’aiuto del Giardino che si occuperà del trasporto. Grazie, quindi, a tutti perché, per merito della sinergia tra Comune e tessuto sociale locale, riusciremo a far sentire la vicinanza di un’intera comunità agli ospiti del nostro territorio, che attendono il riconoscimento dello status di rifugiato per poter riprendere in mano la propria vita”.