È boom di richieste dalla Toscana per il Bonus psicologo. Ancor prima della scadenza dei termini (fissata per il prossimo 24 ottobre) all’Inps sono infatti arrivare oltre 23mila domande dalla nostra Regione. In base al meccanismo prestabilito, ogni paziente potrà ricevere fino a 600 euro, con una serie di scaglioni definiti in base all’Isee. Per utilizzarli dovrà quindi rivolgersi a uno degli psicoterapeuti aderenti all’iniziativa, al momento 1948 in Toscana.
«Il 60% delle richieste – spiega la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino – è arrivato da under 35, con una netta maggioranza fra i 19 e i 35 anni. Un dato che deve far riflettere sul disagio sociale che i nostri giovani stanno vivendo. È possibile che la modalità per accedere al bonus, via web, abbia agevolato chi ha più dimestichezza con gli strumenti digitali. Tuttavia, come avevamo già rilevato da indagini interne del nostro Ordine, in questi anni di pandemia le difficoltà tra gli under 35 sono aumentate in modo esponenziale. Emergono incertezze per il futuro, difficoltà a inserirsi nel mondo lavorativo, fragilità nelle relazioni sociali.
I dati sul Bonus sono l’ennesimo campanello di allarme che non possiamo ignorare». Ma il dato fa emergere anche un approccio diverso verso la salute psicologica. «Sono gli stessi pazienti a dirci di ritenerla ormai fondamentale – spiega ancora la presidente Gulino – al di fuori da ogni stigma o pregiudizio del passato». Ma a fronte di tante richieste, i soldi stanziati basteranno per tutti? «Benché i fondi siano stati incrementati – prosegue Maria Antonietta Gulino – passando da 10 a 25 milioni di euro, basteranno solo per un ridotto gruppo di persone. In troppi rimarranno tagliati fuori e questo rappresenta una beffa per i cittadini, che di fronte a un’esplicita richiesta di aiuto non troveranno la necessaria risposta. Ci auguriamo che nella programmazione del Governo si tenga conto di una situazione di rilevanza assoluta, e si valuti lo stanziamento di nuove risorse a lungo termine». A complicare la situazione c’è anche la scarsità di professionisti nel settore pubblico.
«Da tempo chiediamo di portare avanti la legge 102 per istituire lo psicologo di base – dice la presidente degli psicologi toscani – che potrebbe fare da filtro sul territorio, intercettando i problemi e avviando i necessari percorsi. Al momento, al contrario, il numero di psicologi nel servizio pubblico è in calo, con servizi che chiudono, professionisti che vanno in pensione e non vengono sostituiti e tanti contratti a termine. Solo il 5% degli iscritti al nostro Ordine è dipendente pubblico e dal 2020 a oggi in Toscana sono stati fatti solo tre concorsi: uno per dirigente a tempo determinato nella Ausl Toscana Centro, uno indeterminato nella Nord Ovest e uno analogo in fase di conclusione della Sud Est. Crediamo che occorra una presenza ben maggiore».
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