I tamponi a risposta istantanea ci sono, ma ancora non possono essere usati. Perché medici e pediatri di famiglia, che dovrebbero prescriverli agli studenti sospetti Covid, ancora non possono farlo: «La Regione ha previsto un codice che ancora non c’è sul nostro software, e quindi non possiamo selezionarlo». A dirlo è Valdo Flori, pediatra fiorentino e segretario regionale di Fimp, il sindacato di categoria.
Si chiama «codice nomenclatore 8845» e dovrebbe essere inserito dal medico nella ricetta dematerializzata. Pensare che i «tamponi istantanei» sono stati ordinati e acquistati da Regione e Asl per essere utilizzati questa settimana, per bruciare le tappe, in attesa della messa a regime dei nuovi «tamponi rapidi», più affidabili, la cui introduzione dovrebbe invece avvenire da lunedì prossimo.
I due nuovi tamponi. I nuovi tamponi antigenici si distinguono tra quelli rapidi (devono essere analizzati in laboratorio da una macchina capace di processarne fino a 120 l’ora) e quelli istantanei (che non hanno bisogno di essere portati in laboratorio perché sono dotati di un kit capace di dare una risposta sul posto in 20, 30 minuti). Nell’ordinanza firmata lunedì dal governatore Eugenio Giani, si illustra la diversa procedura da seguire per i due diversi modelli. Entrambi non sono affidabili al 100% e per questo di fronte a una positività c’è bisogno di fare il tampone tradizionale per la conferma. Nel caso del tampone rapido, saranno gli stessi tecnici di laboratorio a usare il tampone già analizzato e ri-processarlo con la macchina tradizionale. Così, lo studente sospetto Covid dovrà soltanto attendere le «controanalisi». Nel caso del tampone istantaneo, invece non è possibile analizzarlo una seconda volta. Così le opzioni sono due, o aspettare a pochi passi dal Drive Through il risultato e, se positivo, fare subito il tampone tradizionale; oppure rientrare a casa, attendere il referto dell’Asl e quindi, se positivo, fissare un nuovo appuntamento.
I problemi. «Non appena potremo, non prescriveremo comunque a tutti gli studenti i tamponi rapidi o istantanei – dice Valdo Flori – Il motivo è che se c’è un soggetto ad alto rischio, ovvero un ragazzo che ha un contagio in famiglia o sintomi molto evidenti, è bene indirizzarlo subito verso il tampone tradizionale, per avere la certezza della diagnosi. Nel caso contrario, come ad esempio un ragazzo con sintomi blandi o uno studente in quarantena per la positività di un compagno di classe, allora è bene puntare sulla velocità». Una volta entrati a regime i tamponi rapidi, quelli istantanei non verranno più usati per le diagnosi dei casi Covid: la Regione intende usarli per compiere screening preventivi, anche sulle scuole, in quelle situazioni in cui non ci sia un sospetto di infezione da coronavirus. Uno scrupolo in più. Tuttavia, gli screening tra gli studenti non sono ancora calendarizzati. E neppure quelli, annunciati per questa settimana dal sindaco Nardella, sulle scuole di Firenze.
I contagi Sono 480 i nuovi casi positivi al coronavirus in Toscana, che dall’inizio dell’emergenza hanno sfondato il muro degli 11 mila. Arezzo, con 102 casi, e Firenze, con 100, sono le due province con l’aumento maggiore di contagiati. Pochi i tamponi fatti ieri, solo 8.172, circa duemila in meno della media degli ultimi giorni. Ad Arezzo, c’è stato un nuovo decesso, quello di un anziano di 97 anni. Continuano a crescere i ricoveri Covid, ora 262 (+17), di cui 44 in terapia intensiva (+4). Molti i guariti, 72, ma in un solo giorno aumentano di 2.072 i toscani in quarantena, arrivati ora a 21.139.
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