E’ il 16 maggio 1976: mentre la gioia dei 65mila cuori granata dilaga sugli spalti del Comunale, il Toro vince il suo settimo scudetto, il primo dopo la tragedia di Superga che si è portata via la squadra capace di vincere cinque titoli consecutivi tra 1943 e 1949. Uno dei motori del centrocampo di quella squadra è un giovane di belle speranze. Si chiama Eraldo Pecci e arriva a Torino dal Bologna che, per la verità, lascia abbastanza controvoglia. Al Toro però Eraldo trova un gruppo di fuoriclasse del pallone e dello scherzo, ragazzi terribili che hanno voglia di scrivere la storia in campo e divertirsi fuori.
In “Il Toro non può perdere” Pecci ricostruisce l’alchimia irripetibile nata in quella squadra, i gol, i riti scaramantici, gli episodi esilaranti. Ma tratteggia anche la Torino dell’epoca, una città in cui c’erano ancora la nebbia e la voglia di trovarsi la sera al tavolone di un ristorante fianco a fianco con degli sconosciuti: il calciatore accanto all’operaio. E, sempre in equilibrio tra ironia e una nostalgia lieve per il calcio che fu, Pecci scrive un libro dedicato non solo ai tifosi del Toro ma a tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno pianto di gioia o di dolore per un pallone che finisce in fondo alla rete.
Il libro sarà presentato a Figline dall’autore stesso nell’ambito di Autumnia 2013: l’evento, che si terrà sabato 9 novembre alle ore 18 nella Sala Staderini del Palazzo Comunale, sarà presentato dal giornalista sportivo David Guetta.
Eraldo Pecci, nato nel 1955, ha esordito in serie A nel 1974 con il Bologna e ha giocato poi nelle fila di Torino, Fiorentina, Napoli e Vicenza. Dopo l’addio al calcio, per anni è stato un brillante commentatore sportivo, opinionista ed editorialista per “la Repubblica”, “L’Unità” e “Il Giorno”.
Per info su Autumnia visita www.autumnia.it, la pagina Facebook Autumnia Figline e il profilo Twitter @autumniafigline.
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Comuni Figline e Incisa Valdarno
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