|
|
Il milione di tonnellate di ceneri e scorie destinati a Figline viene spostato di pochi chilometri a Podere Rota. Mentre continua indisturbato l'affaire legato ai rifiuti nessuno parla della salute dei cittadini e delle tutele ambientali, che valgono in provincia di Firenze come in quella di Arezzo. Da circa 5 anni siamo impegnati nella sola zona della Valdisieve e del Valdarno Fiorentino a contestare la realizzazione degli impianti di incenerimento e discarica a Selvapiana e a Le Borra e soprattutto la modalità dello smaltimento dei rifiuti fondati sulla combustione. Fin dal lontano 2007 Rifondazione Comunista si dichiarò contraria alla realizzazione del Piano Provinciale Rifiuti (ATO6) perché fondato sulla scelta dell’incenerimento. Allora si prevedevano 3 nuovi inceneritori Case Passerini (Sesto F.no), Selvapiana (Rufina), Testi (Greve in Chianti) e 2 nuove discariche il Pago (Firenzuola) Le Borra (Figline Valdarno). Nel 2008 Rifondazione Comunista, da sola, denunciò che a Le Borra sarebbero strati previsti il conferimento delle scorie e delle ceneri provenienti dagli impianti termici.
A Luglio 2010 aprimmo un nuovo conflitto in Provincia di Firenze e contro le Amministrazioni Comunali di Rufina ( per Selvapiana) e Figline Valdarno su Le Borra ribadendo la nostra contrarietà ad un sistema di gestione dei rifiuti fondato sull'incenerimento e il conferimento in discarica di residui dannosi alla salute e all'ambiente. Da quel momento in poi proprio su Le Borra cominciammo a rivelare come la scelta per la localizzazione di quel sito fosse avvenuta senza alcuna indagine preliminare, una localizzazione priva di rilevamento geologico di dettaglio e soprattutto di una dettagliata indagine stratigrafica eseguita con prelievi di campione e relative prove di laboratorio.
La non idoneità dell’area ad ospitare la discarica era data dal fato che la zona é fragile, piena di faglie e frane. La particolarità del terreno è tale che la sua permeabilità diventa facile conduttore di inquinamento delle falde acquifere e della matrice ambientale, tanto da determinare un pericolo anche di natura sanitaria. La realizzazione della discarica comprometterebbe l'intero ecosistema in un'area boscata e naturale. Inoltre scoprimmo che su di essa insistevano ben 3 vincoli quello idrogeologico, paesaggistico e di protezione idrogeologica ritenuti dalla Provincia di Firenze fattori non escludenti.
Sempre a Giugno 2011 scoprimmo:
che nella prospettata discarica “per rifiuti non pericolosi” sarebbero stati conferiti rifiuti pericolosi contenenti diossina perché appartenenti al codice CER 19.01 i motivi per i quali il Sindaco di Figline Valdarno tenesse secretato il rapporto sull’indagine commissionata nel 2009 dal Comune di Figline Valdarno alla Società Massa Spin-off S.r.l. sulla prospettata discarica di Le Borra: in ballo c’era un guadagno di 37.000.000 € il gruzzolo che qualcuno avrebbe voluto realizzare sui rifiuti. Alla faccia della sostenibilità ambientale.
che le Province di Firenze e Arezzo, zitte zitte, avevano rinnovato l’accordo per realizzare il sito alle Borra , con il quale prevedevano la chiusura della discarica di Case Rota e la realizzazione della megadiscarica a Figline Valdarno. Numerose le interrogazioni presentate da Rifondazione negli ultimi anni in Provincia e nei comuni riguardo all'evolversi delle vicende fino ad arrivare ai nostri giorni quando, dopo aver firmato il Piano Interprovinciale dei rifiuti ATO Centro, si apprende che è intenzione delle Provincie di Firenze e Arezzo di stralciare la realizzazione dell'impianto di discarica a Le Borra annullando il precedente accordo e proseguendo il conferimento dei rifiuti, fino al 2021, a San Giovanni Podere Rota.
Niente di cui esultare: il conferimento di ceneri e scorie verrebbe solo spostato di qualche chilometro e con esso le conseguenze negative sulla salute dei cittadini e sull'ambiente, la scelta inceneritorista non viene minimamente messa in discussione e la presunta operazione appare solo come un tentativo maldestro di spostare l'attenzione e smorzare le tensioni sorte in territorio fiorentino attorno alla questione del Piano Interprovinciale dei rifiuti. Così come il presunto stralcio della discarica de Le Borra lascia invariata la sciagurata scelta di triplicare la portata dell'inceneritore di Selvapiana. Per tali ragioni è necessario proseguire l'impegno per una netta opposizione all'impostazione fin qui data alla gestione dei rifiuti, tutta incentrata sul binomio inceneritori-discariche, e per una svolta verso gli indirizzi contenuti nell'Alterpiano e da noi condivisi, verso una politica di riduzione, riciclaggio e riutilizzo.
Provincia di Firenze gruppo consiliare della Rifondazione Comunista
(Andrea Calò e Lorenzo Verdi)
|