Tempo di vacanza dallo studio e di bilanci. L’11 giugno scorso, in tutte le scuole della Toscana, si è chiuso l’anno scolastico 2010-2011. In queste ultime settimane di giugno si stanno svolgendo gli esami di terza media e di maturità. Esami resi più impegnativi dal Ministero della Pubblica Istruzione in seguito all’aggiunta di ulteriori prove alle Medie: gli scritti della prima e della seconda lingua e la prova INVALSI. Test di cultura generale soprattutto per quanto riguarda l’italiano e la matematica. Come ricorda il titolo di una commedia di Edoardo De Filippo si direbbe proprio che “Gli esami non finiscono mai”. Chi sa cosa direbbe don Lorenzo Milani, che dalla sua scuola aveva bandito cattedre, voti e registri, di una riforma scolastica sempre più concentrata sugli aspetti nozionistici e burocratici che sui contenuti e sulle nuove generazioni con i loro problemi reali. Negli ultimi anni, infatti, si è oscillato dal concedere un’eccessiva fiducia alle capacità di autodisciplinarsi dello studente, ai vari livelli, alla completa sfiducia nella possibilità di comprendere il valore dello studio se non attraverso la minaccia dei debiti estivi e di test e di prove d’ingresso da ogni parte e luogo. Anni fa il Parlamento italiano aveva abolito gli esami di riparazione, sostituendoli con il sistema meno traumatico dei debiti da recuperare durante l’anno. Negli ultimi tre anni, invece, scontrandosi contro la difficoltà di elaborare una didattica maggiormente al passo con i tempi, si è preferito tornare in dietro rintroducendo, anche se chiamandoli in modo diverso, i vecchi esami a settembre. Ma, è veramente così difficile far amare lo studio alle giovani generazioni? Non si potrebbero trovare altre strade per invogliare i ragazzi a studiare alternative al metodo della paura di perdere l’anno, i compagni di classe e le attese vacanze? Sarà poi vero, come purtroppo pensano i nostri uomini di Stato, che la burocrazia salverà il mondo?
Come ha ricordato il Provinciale dei Frati Minori di San Francesco Stimmatizzato di Toscana, padre Paolo Fantaccini, nell’omelia tenuta durante la messa di fine anno del nostro Istituto, ancora una volta «si è concluso un cammino, la fatica di diventare grandi. Uomini e donne liberi. Cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri». La Scuola italiana è ancora capace di rispondere a quella sua vocazione primaria di formare uomini e donne consapevoli delle proprie qualità e doti capaci di mettere la loro vita, attraverso il lavoro, la famiglia, i rapporti sociali e le azioni politiche, a servizio del bene comune? È ancora capace, al di là dell’insegnamento delle singole materie – assolutamente necessarie per la formazione di una cultura più generale possibile – di far innamorare i ragazzi della cultura, della vita, delle cose buone e giuste? Come ricordava il professor Alberto Savagnone in una conferenza di qualche anno fa, il problema della scuola italiana si trova tutto nell’attendere, da parte della classe docente e delle famiglie, che i cambiamenti avvengano a partire dall’alto. Si critica spesso la condizione della scuola nel nostro Paese ma si parla poco dei tanti aspetti positivi che la rendono ancora, nonostante tutto, capace di costruire un futuro migliore. A Serra San Quirico, un paesino sperduto sulle colline in provincia di Ancona, da ormai trenta edizioni va avanti La Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola che, sull’adagio per un teatro educativo, raccoglie ogni anno la partecipazione di 50 scuole, tra elementari, superiori e medie. E, il segreto del suo successo, che l’ha resa una delle rassegne più importanti a livello italiano, si trova tutto nella messa in valore delle giovani generazioni.
Al Marsilio Ficino, come accade ormai da 6 anni, abbiamo terminato la scuola con la cerimonia di premiazione di «Volta alta parola. Premio di Poesia e di Racconto Breve» per Medie e Liceo. La scrittura creativa come simbolo di un intero anno scolastico. Proprio come recita l’ultima poesia dello scrittore statunitense Raymond Carver: «E hai ottenuto quello che – volevi da questa vita, nonostante tutto? – Sì – E cos’è che volevi? – Potermi dire amato, sentirmi – amato sulla terra». Un breve frammento che ci fa intuire come la letteratura, e se vogliamo la scuola e la cultura, ci serve solamente se ha a che fare, in un modo o nell’altro, con ciò che vogliamo veramente dalla vita, se entra in un rapporto forte e reale con la nostra esistenza concreta, le sue tensioni essenziali, i suoi desideri e i suoi significati. Questo per il nostro Istituto, portato avanti dalla Comunità dei padri francescani di Figline Valdarno, dalla Comunità di San Leolino e dalla Diocesi di Fiesole, vuol dire raccogliere la sfida educativa. Nel dialogo e nel patto di corresponsabilità con le famiglie. Sulla via dell’umile ma consapevole del suo valore umanesimo francescano. Sul modello di Gesù buon Maestro.
VI Ed. Vola alta parola
a. s. 2010/2011
Medie, vincitori Poesia: 1° Niccolò Nizzoli Divertirsi con fantasia, 2° Bnedetta Tonini All’imbrunire 3° Elisa Quintiliani Vorrei.
Vincitori Racconto Breve: 1° Erica Dallatommasina Un topo in casa, 2° Eleonora Martignetti Sulle ali della fantasia, 3° Alexandra Bumbuc Sogno accademico.
Ginnasio-Liceo Classico, vincitori Poesia: 1° Arianna Damiani Sandali, 2° Chiara Lelli Il dono più prezioso 3°) Fortuna Della Monica Quando ero bambino.
Vincitori Racconto Breve: 1° Manfredi Avitabile Il giacinto del deserto, 2° Gabriele Dini Un viaggio di speranze, 3° Gabriele Maffoni Allo specchio.
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Appuntamento alla "Biblioteca Gilberto Rovai" per la quinta edizione per la rassegna nata per favorire e diffondere la lettura. Appuntamento per sabato 26 e domenica 27 ottobre