L'abbondante ed inusuale nevicata di venerdì 17 c.m. ha dato il colpo di grazia ai pini che delimitavano le vie centrali della frazione del Matassino, nel comune figlinese.
Si perchè grosse frasche degli stessi si sono abbattute al suolo, sotto il peso dei 30 cm di neve precipitata dal cielo pallido.
Per motivi di sicurezza la Giunta Comunale figlinese ha deciso una volta per tutte di abbattere tutti i pini della Località, e cioè quelli superstiti di Via Spartaco Lavagnini e Via Fratelli Rosselli, le due vie che intersecandosi delimitano la Piazza centrale, dove si trovano le Scuole pubbliche per intendersi.
L'operazione di abbattimento della parte mobile di questi grandi alberi si è quasi conclusa in questa domenica, e c'è da dire che l'intervento è stato tempestivo e per niente scoraggiato dal freddo pungente e dalla festività dei giorni.
Il paesaggio che adesso appare è di tronchi monchi e spogli, che verranno a breve anch'essi estirpati dalle loro sedi; la priorità del momento richiedeva la recisione in toto dei grossi rami, poichè ritenuti in pericolo di caduta.
La storia dei pini del Matassino risale a circa 35 anni fa, quando furono piantati nella zona della frazione nascente, detta "Vie nuove"; negli anni 70 sappiamo che questo tipo di robusta pianta veniva comunemente impiegata per il verde urbano.
Ci aiuta a raccontare la storia di questi ex sempreverdi alberi, l'ex delegato comunale Valerio Pianigiani, che ne ha seguito per anni le vicende e sta assistendo insieme a noi all'operazione odierna di pre-abbattimento.
"Questi pini vennero fatti piantare dal Comune a ridosso dei palazzi appena costruiti, ma in una striscia di terreno risultante di proprietà privata, mentre di proprietà e dunque competenza comunale rimanevano soltanto i marciapiedi prospicienti la strada. Si è quindi creata da sempre una diatriba tra i condomini proprietari ivi residenti e gli organi comunali competenti, sulle decisioni di cura e sorti di questi alberi".
Una comproprietà dunque problematica tra pubblico e privato, alla quale si è aggiunto l'interessamento da parte dei Beni Ambientali e paesaggistici, con l'intento di difendere i diritti dei pini "incriminati" ritenendoli un patrimonio storico del paesino.
"Per ovviare alla disputa con i proprietari privati - prosegue Pianigiani - e dunque poter abbattere gli alberi, il Comune di Figline ha acquistato lo spazio di terreno privato in più, quello che conteneva le piante, come è successo nel fabbricato di via Lavagnini dove ci sono attualmente la Farmacia e l'Ufficio postale. Continuando su questa politica era in progetto anche l'acquisto di altre porzioni di terreno privato dei palazzi adiacenti, con la medesima finalità, ma il crollo dei rami di questi giorni ha richiesto un intervento straordinario, sancito da un'ordinanza comunale, che ha fatto prendere una piega definitiva a questa annosa questione".
Nel frattempo sopraggiunge sul luogo l'Assessore all'Ambiente Gino Calvani, e cogliamo l'occasione per rivolgere anche a lui alcune domande.
"Assessore, questi pini sono stati tagliati poichè malati?" - "Assolutamente, il problema di queste piante è dato dalla costituzione delle loro radici, che sono particolarmente robuste e si espandono sotteranee per svariati metri, spaccando l'asfalto delle strade e dei marciapiedi, andando ad intasare anche la rete fognaria. Sono alberi che non trovano più spazio vitale in questa sede, e le loro grosse chiome sia con il vento che altri eventi naturali come le forti piogge e la neve di ieri, potenzialmente possono arrecare pericolo alle persone in transito".
Chiediamo ancora all'assessore Calvani se i pini testé abbattuti verranno sostituiti con altre piante.
"Se taglieremo cinquanta piante, altrettante ne ripianteremo di una nuova specie."
E continua dicendo -"Pianteremo i carpini, un tipo di albero con fogliame piccolo che creerà minori problemi con la caduta delle foglie e soprattutto queste piante hanno radici contenute".
Ed a proposito di riciclaggio dei rifiuti urbani,il legno e fogliame "frutto" dell'abbattimento di questi pini, verrà raccolto e trattato come gli altri scarti organici "umidi", divenendo nuovamente terriccio fertile per altre aree verdi.
Comprensibili le esigenze pratiche e tecniche di questa storia, ma sinceramente vedere a terra questi giganti verdi fa una grande tristezza e il paesaggio locale appare al momento desolato, ma ci assicurano che l'installazione delle nuove piante darà maggior decoro al centro urbano, verranno risistemati i marciapiedi e cambiati gli attuali lampioni, nonchè si riguadagnerà maggiore visibilità agli incroci stradali.
La perplessità rimane sulla minore quantità di ossigeno che produrranno i giovani alberelli e speriamo che venga rivista anche la viabilità stradale di questa zona densamente popolata, per non trasformarla in uno svincolo ad alto traffico, aumentando l'inquinamento atmosferico ed acustico a danno dei residenti.
Fonte: ViaRoma100
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