Si sono riunite per sostenere la maternità e il lavoro le assessore alle Pari opportunità dei Comuni dell’area Valdarno-Valdisieve, promotrici di un documento in cui le donne sono al centro di una serie di considerazioni ed obiettivi che riguardano il loro ruolo di donne, mogli, madri e lavoratrici
Il progetto a cui si sta lavorando prende le mosse dal cambiamento culturale avvenuto in questi anni, dall’evoluzione dei contenuti e dei contesti lavorativi nelle amministrazioni pubbliche e private, fattori che però rappresentano l’occasione per pensare e proporre un progetto che da un lato sostenga le donne nel loro percorso di vita, dall’altro metta a disposizione un supporto formativo alle aziende per accogliere e riaccogliere dopo il congedo le donne lavoratrici e madri. Di fatto l’organizzazione del lavoro è ancora oggi incapace di affrontare la maternità nella logica della conciliazione: la divisione fra il tempo della vita quotidiana e quello dedicato al lavoro rimane ancora molto rigida. La maternità è vista come un problema in un mondo del lavoro che tende ad emarginare la donna, dove la pregnante tutela legislativa viene subita più che vista come opportunità, dove il valore “sociale” della maternità è spesso più uno slogan e non un fatto realmente culturale e radicato, in una logica di risorsa vitale per una società che vuole crescere.Il progetto prevede la sperimentazione di formule innovative di organizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione e nelle imprese private, con l’obiettivo di trovare una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie. Il progetto tende anche a favorire l’incremento del ricorso ai congedi parentali da parte degli uomini, in quanto gli interventi di sensibilizzazione e di formazione previsti per le aziende e gli enti pubblici affronteranno anche il tema dei congedi di paternità.“Le motivazioni che ci hanno portato a scegliere in via prioritaria queste assi di intervento – hanno spiegato le assessore dell’area Valdarno-Valdisieve - è la verifica quotidiana delle difficoltà che la donna incontra nel mondo del lavoro sul nostro territorio. Infatti, in questo momento di particolare crisi economica, sono molti gli abbandoni dal lavoro, dimostrati anche dalle minori iscrizioni e dalle maggiori rinunce all’asilo nido dei sette Comuni. C’è quindi un ritorno della donna tra le mura domestiche, una rinuncia ‘obbligata’ al lavoro o all’accettazione di un lavoro sommerso o saltuario”.Il progetto prevede le seguenti fasi: analisi socio-economica del contesto territoriale, riunioni pubbliche di sensibilizzazione alla problematica e lancio del progetto, incontri con donne lavoratrici e aziende, elaborazione dei risultati. Il Comune di Figline Valdarno è capofila del progetto, al quale hanno aderito anche i Comuni di Incisa, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano, Rufina.“Il progetto nasce all'interno del Centro documentazione donna e del Comitato di Pari opportunità del Comune di Figline, che in questi quattro anni sono stati in prima linea a sostegno delle donne e dei loro diritti – ha sottolineato l’assessore figlinese Anna La Cognata -, un plauso anche all’associazione Adatta di Firenze e alle sue formatrici, con la dott.ssa Nunzia Pandoli che ha avuto un ruolo importantissimo in tutto il percorso. Il forte elemento di novità che si è inserito in questa fase progettuale è stato la costruzione della rete di amministratrici dell'intero Valdarno e della Valdisieve, che hanno creduto insieme a noi nel beneficio di un grosso intervento sociologico per le donne e per le imprese pubbliche e private. Il nostro ringraziamento va inoltre all'Amministrazione provinciale che ha creduto in questo progetto e che ci permetterà di realizzarlo, usufruendo di un notevole contributo di oltre il 60% del costo totale preventivato. Entro settembre pensiamo di avviare il lavoro di ricerca e di analisi, per poi costruire interventi di aiuto specifici con le donne e con le imprese interessate: la conclusione del percorso è prevista tra 6-8 mesi”.
Dott. Samuele Venturi
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Comune Figline Valdarno
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